La creatività all'interno delle aziende diventa sempre più un elemento dominante perché non ci si può misurare con la concorrenza sperando di essere più competenti oppure più economici, lo possiamo fare solo creando un nuovo valore.
Quindi tutti sono concordi nel dare la giusta importanza alla creatività anche all’interno dei contesti lavorativi, ma troppo spesso questa viene involontariamente osteggiata.
Perché accade questo?
Lavorando da più 20 anni all’interno dei contesti aziendali mi sono accorto come inevitabilmente la creatività venga molto più spesso uccisa che supportata. Questo accade non per una sorta di vendetta che hanno i manager nei confronti della creatività, che anzi credono nel valore delle idee nuove, ma a causa degli imperativi aziendali da raggiungere come obiettivi, produttività, coordinamento e controllo.
Naturalmente i manager non possono ignorare gli obiettivi aziendali, ma come si possono progettare organizzazioni che contestualmente non schiaccino la creatività, ovvero aziende che uniscono in modo bilanciato gli imperativi aziendali e lo sviluppo dell’innovazione?
Partiamo dall’inizio.
Che cos’è la creatività in azienda?
In modo molto superficiale tendiamo ad associare la creatività solo all’espressione artistica oppure alla realizzazione di idee estremamente originali, come il surrealismo di Salvador Dalì. La creatività in azienda ha uno sviluppo diverso perché non basta che un’idea sia originale, ma dev’essere appropriata, utile e attuabile ed in qualche modo deve influenzare il modo di fare business, per esempio inventando o migliorando un prodotto oppure scoprendo un nuovo modo di affrontare un processo.
Molti hanno una visione ristretta della creatività e pensano che sia solo il modo di pensare (pensiero creativo) e quindi la capacità di riunire idee esistenti in nuove combinazioni. Oltre a questo però la creatività è composta da altri due elementi: la competenza, e quindi tutto ciò che una persona conosce e può fare nell'ampio dominio del suo lavoro e dalla motivazione, che è quello che determina ciò che le persone effettivamente faranno.
Consideriamo la competenza e il pensiero creativo come le materie prime dell’individuo e la motivazione la miccia che le accende e le mette in relazione: un collaboratore potrà avere ottime capacità tecniche e riuscire a concettualizzare grandi idee, ma se gli manca la motivazione nel lavoro semplicemente non lo farà, la sua competenza e il suo pensiero creativo non saranno sfruttati.
Competenza, pensiero creativo e motivazione. I manager possono influenzare tutte e tre i componenti per creare innovazione?
La risposta inequivocabile è SI!
Le competenze e il pensiero creativo si possono sviluppare attraverso sessioni formative che trattano temi tecnici oppure modalità di brainstorming, pensiero laterale e problem solving.
E come si sviluppa la motivazione all’interno delle organizzazioni? Parlo soprattutto della motivazione intrinseca e quindi del desiderio interno di una persona nel fare qualcosa.
Sembra incredibile, ma si può sviluppare notevolmente questa motivazione attraverso una serie di piccoli cambiamenti aziendali.
Questo non lo dico solo io, ma Teresa M. Amabile, professoressa di Economia Aziendale presso l'Unità di Gestione Imprenditoriale dell’Harvard Business School.
La dottoressa Amabile e il suo staff hanno condotto un accurato progetto di ricerca chiamato Team Events Study, durato più di due decenni, coinvolgendo dozzine di aziende di ogni settore, dall'alta tecnologia ai prodotti di consumo. Lo studio ha seguito ogni team ogni giorno, durante l'intero corso di un progetto creativo e ha avuto una finestra sui dettagli di ciò che è accaduto mentre il progetto progrediva o non riusciva a progredire, a seconda dei casi.
La domanda di partenza dello studio era: “Quali sono i legami tra ambiente di lavoro e creatività?” Dalla ricerca è emerso che esistono sei pratiche manageriali che influenzano in modo significativo l’innovazione all’interno delle aziende.
Ecco le sei categorie di sviluppo:
In conclusione anche se le organizzazioni sembrano intrappolate negli ecosistemi organizzativi che uccidono la creatività è ancora possibile effettuare cambiamenti diffusi.
Il punto fondamentale è capire che la promozione della creatività è nelle mani dei manager mentre pensano, progettano e stabiliscono l'ambiente di lavoro. L’innovazione richiede spesso che gli stessi manager cambino il modo in cui costruiscono e interagiscono con i gruppi di lavoro.
Altrimenti che rischio corriamo?
Quando la creatività viene uccisa, un'organizzazione perde una potente arma competitiva: nuove idee.
Edison diceva che l’invenzione è 5% di genio e 95% di traspirazione, sudore. Senza un metodo non si fa niente.
È possibile crescere, progredire ed innovare attraverso la creatività. Serve solo un sistema.