Molte volte mi sono trovato a dover affrontare percorsi di formazione a tutti i livelli all’interno delle aziende. Quasi sempre quando mi approccio con i manager mi rendo che la problematica rimane sempre la stessa, ovvero la poca conoscenza di se stessi, delle persone che li circondano e di che tipo di relazione c’è fra di loro.
Di questa situazione non gliene faccio una colpa perché la pressione costante del raggiungimento dell’obiettivo li spinge ad essere in continuazione nella dimensione del Fare e mai in quella dell’Essere.
Quindi mi chiedo: “Come potranno mai gestire i momenti di crisi che prima o poi arriveranno? Riusciranno a reggere psicologicamente ed emotivamente? Riusciranno a continuare a coinvolgere e motivare le persone?”
Francamente ho qualche dubbio a proposito, ma allora da dove bisogna partire per essere veramente dei manager ispirati ed ispiranti?
La cosa che mi viene di getto è cercare di essere più consapevoli. Non solo in modo puramente filosofico ma anche in modo più pragmatico, essere più presenti a se stessi e a agli altri.
La consapevolezza di sé è la capacità di riconoscere le proprie emozioni, partendo anche dagli input che il corpo ci manda. Ogni emozione ci trasmette un’informazione su di noi e su gli altri: tocca solo a noi coglierla.
La consapevolezza di sé ci aiuta a comprendere quali sono i nostri punti forza e le nostre criticità, influendo in modo determinante sulle relazioni che instauriamo con le altre persone sul posto di lavoro.
Questa capacità purtroppo però si apprende solo attraverso il confronto con le altre persone. Noi tutti siamo la somma di quello che abbiamo vissuto, delle nostre esperienze, dei nostri incontri, delle nostre discussioni e solo in questo modo possiamo misurare continuamente i nostri limiti e le nostre risorse. Sembra un paradosso, ma rimanendo soli dentro di noi non scopriamo noi stessi.
Citando lo psicologo e psicoterapeuta Antonio Restori: “La mente non è nel cervello ma nella relazione.”
Seguendo questa indicazione allora dico a te manager o aspirante tale: svelati, confrontati continuamente, corri il rischio, conosci, entra in contatto, in relazione. Abbi paura di sbagliare, sii frustrato, esci sempre dai tuoi limiti, ma contestualmente cerca di capire come ti senti in ogni momento, dai un nome alle emozioni per capirne il messaggio che ti trasmettono e così capirai sempre di più di te stesso.
Fatti delle domande:
Come mi sono sentito emotivamente in quella determinata situazione?
A cosa ho pensato?
Come ho agito o non agito?
Come hanno reagito i miei collaboratori?
Riuscire a riconosce le proprie emozioni è una capacità fondamentale per affrontare la realtà nel modo più sereno e produttivo possibile. Ti permette di prevedere come reagirai in una determinata situazione complicata, riuscendo a capire quali potrebbero essere le azioni più corrette da compiere per raggiungere i tuoi obiettivi.
Essere consapevoli di sé fa aumentare la sicurezza del tuo valore e contestualmente ti fa migliorare, mettendoti sempre in discussione.
Le sfide, gli obiettivi, gli standard attualmente prendono forme sempre più diverse e quindi la vera sfida è capire come rapportarti emotivamente a questi cambiamenti continui senza correre il rischio di esserne schiacciati e portare con te il tuo team o la tua azienda.
Dunque supera la paura del confronto, anche quello con i collaboratori, perché solo attraverso quello e la tua consapevolezza riuscirai ad essere la miglior versione di te.