Soft skills

Un multitasking che funziona

29/07/2022 - di Roberto Rocchi
Un multitasking che funziona

Ognuno di noi ha un modo di lavorare e pensare personale e ognuno di noi negli anni ha cercato di migliorarlo rendendolo più produttivo e creativo. Una delle metodologie che sicuramente ci ha più affascinato di più è stato il multitasking che ci ha dato l’illusione di poter essere produttivi contemporaneamente su più campi. 

Purtroppo però moltissimi studi hanno dimostrato che il multitasking non esiste o meglio non esiste la reale efficacia del multitasking. Questo perché perdiamo mediamente dal 20 al 40 per certo del nostro tempo passando da un’attività all’altra; in sintesi, non riusciamo a concentrarci su più di un’attività alla volta.

Sperimentate voi stessi: provate ad inviare una mail importante e contemporaneamente sostenere una conversazione soddisfacente con un vostro collega e vi accorgerete alla fine che nessuna delle due attività verrà svolta in modo soddisfacente. 

Dunque, ok, il multitasking non funziona ma se provassimo a rallentarlo? Ma figurati, che idea bizzarra è mai questa? Niente affatto, poiché è la base del lavoro di studio e ricerca di molti scienziati e creativi.

Questa tecnica viene definita dall’economista e giornalista britannico Tim Harford “slow-motion multitasking” (bacheca TED Talk) ed è la capacità di lavorare su diversi progetti contemporaneamente e spostarsi da uno all'altro e viceversa quando l'umore o la situazione lo richiede. A differenza del solito multitasking in cui si fanno due o più cose contemporaneamente, con lo slow-motion multitasking ci si concentra su un progetto alla volta e ci si sposta da uno all'altro quando si incontra un vicolo cieco oppure qualora cali la concentrazione o la motivazione.

Questo tipo di metodologia fornisce aiuto quando ci sentiamo bloccati, aumenta la nostra creatività perché sposta le idee dal contesto originale e le porta in altri ambiti, focalizza l’obiettivo e aumenta il nostro interesse. La mente si allena a ragionare in modo incrociato, campi diversi fertilizzano le idee in modo trasversale.

Uno degli studi più accreditati che dimostra la validità del metodo è stato eseguito della psicologa Bernice Eiduson che ha analizzato 40 scienziati promettenti (incluso due premi nobel: il chimico Linus Pauling e il fisico teorico Richard Feynman). La ricerca è durata più di 30 anni e ha concluso scaturito che coloro che hanno goduto del periodo più lungo e produttivo tendevano a lavorare su più problemi/progetti contemporaneamente, spostando spesso l'attenzione delle loro ricerche.

Un’altra prova tangibile è il lavoro di Charles Darvin che ha ruotato tra i progetti per decenni. Il suo articolo “Schizzo biografico di un neonato”, ispirato al figlioletto, è stato pubblicato per il 38° compleanno di William. L'origine delle specie è stata leggendariamente lunga, in parte perché Darwin ha trascorso contemporaneamente quasi 20 anni a lavorare su piante rampicanti e insettivore. Il suo libro sui lombrichi ha impiegato 44 anni per arrivare a buon fine. Tutti questi progetti sono stati completati in parallelo.

Una cosa che ho imparato negli anni è che attraverso la contaminazione continua si raggiungono i risultati maggiori. Quando lavoro a diversi progetti contemporaneamente (formativi, creativi, organizzativi) non li tengo mai separati ma lascio che si influenzino reciprocamente. Mi lascio sempre suggestionare da tutta la realtà che mi circonda, non ragiono mai a compartimenti stagni perché qualsiasi spunto, sollecitazione, conversazione può essere funzionale alla creazione. 

Noi elaboriamo le idee inconsciamente una volta che abbiamo smesso di pensarci, ed è per questo che a volte, abbiamo semplicemente bisogno di una pausa. Nel mondo attuale la “pausa” può essere attuata attraverso il passaggio convulso da una finestra all'altra del browser ma purtroppo questa tecnica è inutile, stressante e non raggiunge l’obiettivo. Quello che invece ci serve è realmente è rallentare e diversificare, magari pianificando un progetto diverso, facendo una passeggiata, visitando una galleria, ascoltando un podcast, parlando delle nostre passioni. 

Il multitasking al rallentatore non avvantaggia solo le menti creative e se utilizzato in modo efficace può aumentare i livelli di produttività senza perdere motivazione tra i progetti. Con lo slow-motion multitasking si può lavorare al meglio in ogni momento.

Roberto Rocchi

Formatore | Agile Coach | Regista

Dal 2002 sviluppo i talenti, le competenze trasversali e la creatività delle persone, dirigo processi di cambiamento, aiuto i team e le organizzazioni ad adottare la metodologia Agile, indispensabile per generare una crescita continua.

Dal 2012 sono docente stabile dell’Istituto di Psicologia Sistemica Integrata di Parma e Siracusa.

Come speaker intervengo sui temi che toccano tutti gli aspetti dello sviluppo delle risorse umane, del cambiamento e della creatività nei contesti aziendali.

Sono l’Event Director del TEDx Reggio Emilia e contestualmente mi occupo della creazione, realizzazione e regia di teaser, eventi streaming ed edutainment.