Innovation

Perché si fa così fatica a cambiare?

14/07/2022 - di Roberto Rocchi
Perché si fa così fatica a cambiare?

Ognuno di noi desidera la propria felicità e la felicità dei propri cari; ognuno di noi vorrebbe avere una vita migliore, magari un posto di lavoro più gratificante oppure poter raggiungere gli obiettivi che si era preposto.

Tutti vorremmo migliorare la nostra condizione, ma la maggior parte di noi è terrorizzata nell’affrontare la prima fase del miglioramento: il cambiamento.

In quanti di noi si sono lamentati della propria compagnia elettrica e poi una volta chiamati dal call center concorrente che proponeva la tariffa più conveniente hanno almeno accettato di ascoltare? Direi in pochi.

Gli atteggiamenti anti cambiamento sono dentro di noi e in parte ci sembrano utili perché ci proteggono dalle nostre paure.

La paura più grande è quella dell’incognita"Perché dovrei abbandonare una compagnia elettrica magari troppo cara, ma tutto sommato affidabile? E se cambiassi e mi rendessi conto che la nuova compagnia è peggio? Meglio stare qui, dove mi sembra di avere tutto relativamente sotto controllo."

La paura di non essere competenti e di fallire"Sono abbastanza preparato per reggere una conversazione con un operatore che mi bombarderà di nozioni? Riuscirò a capire e a decidere in modo corretto? Se alla fine sbaglierò riuscirò a tornare alla compagnia precedente? Meglio stare con la solita compagnia, così evito anche brutte figure."

L’attaccamento all’abitudine: se abbiamo avuto la stessa compagnia elettrica per molto tempo e ne conosciamo tutti i meccanismi per noi sarà molto difficile cambiarla perché questo implicherebbe un cambio radicale di procedure. Quindi alla fine è molto più semplice accettare anche un servizio scadente piuttosto che cambiare comportamento.

Questo piccolo esempio per comprendere come anche un piccolo accenno al cambiamento alimenti dentro ognuno di noi alcune resistenze: la paura dell’incognita, la paura di fallire e l’attaccamento all’abitudine. 

Lavorando in diversi contesti aziendali posso senz’altro descrivere ulteriori atteggiamenti personali in grado di influenzare in modo negativo il cambiamento.

Il primo e il più importante è non avere la consapevolezza della necessità del cambiamento. Molte persone si sentono sicure nella propria zona di confort all’interno della posizione che ricoprono e se le azioni che fanno quotidianamente funzionano penseranno non ci sia alcuna ragione per cambiare. Inoltre, molti si identificano nel lavoro che fanno e nel come lo fanno, dunque diventa molto difficile sciogliere questo legame. 

L’imposizione al cambiamento è senz’altro un altro elemento da tenere in considerazione. Se alle persone si impone una trasformazione senza coinvolgerle in alcun modo nei vari passaggi del processo decisionale sarà molto difficile ottenere un coinvolgimento da parte loro e la loro reazione sarà quella di rifiuto.

La poca motivazione intrinseca può determinare una sorta di immobilismo verso la trasformazione. La motivazione intrinseca parte da noi perché riteniamo che quello che stiamo facendo sia interessante, utile e aumenti le nostre potenzialità. Dunque ogni cambiamento presuppone l’impegno di molte risorse e di conseguenza il livello della motivazione dev’essere sempre molto alto.

La perdita di identità. Ognuno di noi cerca costantemente di essere riconosciuto dagli altri e di avere il proprio ruolo all’interno di un contesto sociale, come potrebbe essere l’azienda. In un processo di cambiamento molte persone potrebbero sentirsi travolte, non solo come lavoratori ma anche e soprattutto come individui e per questo opporsi ad una trasformazione che non li identifica più.

Tutti i fattori sopra elencati in modo più o meno marcato fanno parte della vita di tutti noi, dunque nel momento in cui si decide di attuare una trasformazione in un contesto organizzativo devono essere tenuti in massima considerazione. Non si può pensare di cambiare tutto senza partire dalle persone e questo lo si può fare solo coinvolgendole nel processo, indicandogli la direzione, rassicurandole sui loro timori, agendo sulle loro motivazioni, facendogli capire che il loro talento e le loro competenze sono importanti e infine mostrandogli che ruolo avranno durante il viaggio.

Roberto Rocchi

Formatore | Agile Coach | Regista

Dal 2002 sviluppo i talenti, le competenze trasversali e la creatività delle persone, dirigo processi di cambiamento, aiuto i team e le organizzazioni ad adottare la metodologia Agile, indispensabile per generare una crescita continua.

Dal 2012 sono docente stabile dell’Istituto di Psicologia Sistemica Integrata di Parma e Siracusa.

Come speaker intervengo sui temi che toccano tutti gli aspetti dello sviluppo delle risorse umane, del cambiamento e della creatività nei contesti aziendali.

Sono l’Event Director del TEDx Reggio Emilia e contestualmente mi occupo della creazione, realizzazione e regia di teaser, eventi streaming ed edutainment.